Holzschnitt aus den deutschen Predigten von Johann Geiler von Kaysersberg, gedruckt 1508 in Augsburg.

Benedettini in viaggio

Sin dalla fondazione dell‘ordine, avvenuta nel VI secolo, nonostante la “stabilità” (stabilitas loci) prevista della regola dell’ordine non mancarono le occasioni perché i monaci intraprendessero dei viaggi, con svariate modalità e destinazioni; una suddivisione dei viaggi in pellegrinaggi, missioni di servizio, “grand tour” e viaggi di vacanza tuttavia spesso non è che indicativa.

Un viaggio da Salisburgo in Italia richiedeva -sino al XIX secolo- un periodo di tempo abbastanza lungo, dovendo affrontare il percorso o a piedi o a cavallo o in carrozza. Lo sviluppo della rete viaria veniva determinato dalle rotte commerciali. La possibilità di portare con sé del bagaglio era limitata, per cui si utilizzavano utensili poco ingombranti (p.e. posate pieghevoli). I capi di abbigliamento da viaggio consistevano in stivali, mantello e cappello, soprattutto a protezione dalle intemperie invernali. La letteratura di viaggio offriva la possibilità di informarsi sulla propria destinazione prima di iniziare il viaggio.

 

Pellegrinaggio

In Italia Roma, Assisi e Loreto rappresentavano tre luoghi di pellegrinaggio fondamentali per la cristianità cattolica i quali richiamarono sin dal primo medioevo grandi flussi di pellegrini nel paese. La tappa principale dei pellegrinaggi era Roma, dove i primi pellegrini si recavano a visitare le tombe dei santi Pietro e Paolo e le chiese erette sopra di esse. Con l’introduzione dell’Anno Santo nel 1300 venne stabilito un percorso spirituale attraverso Roma che toccava le sette chiese principali della città (San Giovanni in Laterano, San Pietro, San Paolo fuori le Mura, Santa Maria Maggiore, San Lorenzo fuori le Mura, San Lorenzo e San Sebastiano).

Per i benedettini, i centri dove aveva operato il fondatore dell’ordine, San Benedetto (ca. 480–547), in particolare Subiaco und Montecassino, costituivano destinazioni particolarmente importanti della penisola appenninica.

 

Grand Tour

Il cosiddetto “grand tour” si sviluppò nel XVII secolo come viaggio di istruzione compiuto da giovani aristocratici attraverso l’Europa; nel corso del XVIII secolo venne fatto proprio anche dai ceti borghesi. Si tratta solitamente della combinazione di un soggiorno di studi e di un itinerario che toccava le principali attrazioni secondo svariati criteri. Il punto più a sud del viaggio era Napoli con la visita in cima al Vesuvio e agli scavi di Ercolano. Il grand tour perseguiva inoltre l’obiettivo di sviluppare una rete di relazioni sociali internazionali; un esempio ne è il viaggio dei padri Alois Stubhahn OSB e Albert Nagnzaun OSB dell’arciabbazia di St. Peter negli anni 1804–1806, ampiamente documentato.

 

Viaggio di vacanza

Di viaggi di vacanza si può parlare in realtà solo a partire dal XIX secolo, dopo il tramonto del modello societario medievale feudale. Per la prima volta i nuovi periodi di tempo liberi dal lavoro resero possibile a diversi ceti sociali di andare in vacanza.

Il viaggio di vacanza per i benedettini non costituisce una contraddizione rispetto al voto di stabilità: gli statuti attuali della Congregazione benedettina austriaca (§ 20) prevedono che i frati dispongano di sufficiente tempo libero da dedicare ad opportune attività ricreative e raccomandano vacanze annuali di tre settimane.

 

Missione

Le missioni di servizio intraprese dai monaci dipendono dalla carica rivestita nella comunità. L’Abate o un rappresentante del monastero si sposta per affrontare presso la curia questioni amministrative e canonistiche (p.e. per l’ottenimento di un’indulgenza) o per partecipare alle assemblee della confederazione benedettina.

I giovani monaci inoltre vengono inviati a Roma per gli studi. Il monastero benedettino di San Paolo fuori le Mura costituì a partire dal XVII secolo il centro di studi dei benedettini in Italia. Oggi è il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, l’università internazionale dell’ordine benedettino all’Aventino, fondata nel 1888, a farsi carico di tale compito. A partire dalla seconda metà del XIX secolo, i benedettini salisburghesi svolgono regolarmente dei soggiorni di studio a Roma, dove alcuni di essi vengono addirittura ordinati sacerdoti.